A Villa Sciarra, piccolo gioiello verde della capitale, si “è consumato” Domenica 16 Marzo il terzo appuntamento con con Incontri con Alberi Straordinari. Una domenica caratterizzata dalla maratona di Roma con l’ inevitabile difficoltà negli spostamenti cittadini che ha provocato ritardi ( o blocchi nel traffico) ai partecipanti. Con un discreto gruppetto, che un po’ alla volta è cresciuto con il sopraggiungere dei “ritardatari” ,dal punto di incontro accanto alla voliera dei pavoni ci siamo mossi per esplorare le bellezze nascoste di questo piccolo gioiellino verde incastonato tra le mure gianicolensi con una vista panoramica considerevole.
Spettacolare e direi “senza fiato” è stata la foritura delle magnolie decidue , fiori bianchi e rosa (come quelli della soulangeana); fiori bianchi come quelli della michelia; più viola acceso quelli della Liliflora. Stupore anche e “rabbia” ha creato la pulizia del verde svolta dal servizio giardini dello spazio selvaggio (quello delle ninfe Furrinae) accanto alla casina con la torre neogotica che diverrà la sede del museo della matematica.
Una pulizia che ancora una volta (come è già successo con Villa Celimontana) ha visto un accanita e inspigabile “pulizia etnica” nei confronti degli alberi di alloro , completamente dimezzati e trasformati a cespugli. Una nota talmente stridente (vedere tronchi tagliati accanto alle magnolie in fiore) che forse ha provocato orrore anche nei numerosi alberi secolari presenti nella villa .(durante la tempesta di pasquetta un cedro si è schiantato,forse per le nuovi correnti d’aria , prima protette dalla vegetazione o solo forse per la tristezza o l’orrore dello spettacolo che è stato costretto a vedere? uomini con motoseghe che tagliavano, tagliavano, tagliavano….
Nei pressi del passaggio creato nelle mura abbiamo iniziato a ripercorrere la storia della Villa. Una storia ricca di avvenimenti e presenze significative sin dai tempi dell’antica Roma , quando ospitava ( con un’estensione maggiore che occupava tutta la collina e che arrivava all’attuale Viale Trastevere) gli Orti di Cesare, dove la leggenda vuole che sia stata ospitata Cleopatra. Nella zona esisteva, inoltre, un bosco sacro (lucus furrinae) dedicato alla ninfa Furrina ( localizzato nella attuale “zona selvaggia” accanto alla torre neogotica- segno forse che lo “spirito delle ninfe” è ancora attivo?).
Resti di un tempo siriaco furono poi scoperti dall’archeologo Pauk Gauckler nel 1909. Diventa villa urbana , grazie alla Mura Gianicolensi che ora la delimitano, nel 1642-44 e realizzate dal papa Urbano VIII Barberini . Negli anni si succedono diversi proprietari. Dal 1710 al 1740 il cardinale Pietro Ottoboni , grande mecenate (di Haendel, Scarlatti, Filippo Juvarra ) e uomo di cultura ( promotore dell’Arcadia insieme alla regina Cristina di Svezia) che la utilizza come azienda agricola. Nel 1749 viene acquistata da Cornelia Costanza Barberini , moglie di Giulio Colonna di Sciarra. Nel 1711 il nipote Maffeo Sciarra la ingrandisce acquistando l’adiacente Orto Crescenzi.Nel 1849 , l’anno della Repubblica Romana, diventa luogo di battaglia, “all’arma bianca”, tra garibaldini e francesi (la prima breccia sulle fortificazioni repubblicane avviene proprio sul suo perimetro) e subisce gravi danneggiamenti Nel 1851 inizia la gestione di Maffeo II Barberini Sciarra di Colonna che agisce con delle lottizzazioni dell’area (che così si riduce a quella attuale) e delle speculazioni finanziarie che lo portano in breve tempo al fallimento. Dopo alcuni brevi passaggi, nel 1902 la villa viene acquistata dai coniugi americani George Washington Wurts ed Henriette Tower (quest’ultima